lunedì 2 novembre 2009
Non sarà capiente e confortevole come l' Oceano di Newport, l' acqua salata dove la leggenda nel 1983 ebbe inizio, e certe giornate di cielo grigio forse le faranno rimpiangere i gabbiani in volo nel blu trasparente del Rhode Island. Ma Azzurra saprà trovarsi a suo agio anche a Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia, padiglione aeronavale, vicina di casa, dall' estate prossima, del primo sottomarino costruito nel nostro paese dopo la Seconda Guerra mondiale. Azzurra raggiunge il Toti, due icone sotto lo stesso tetto nella città senza il mare più marinara d' Italia, dopo anni di abbandono e di incuria lo yacht simbolo della sfida-madre alla Coppa America - ideatore Gianni Agnelli, armatore l' Aga Khan, skipper Cino Ricci e timoniere Mauro Pelaschier, terza nella Vuitton Cup di quell' anno e da allora e per sempre nel cuore degli appassionati - cercava un indirizzo nuovo e l' ha trovato al museo di Via San Vittore 21, perché in fondo una barca di America' s Cup è un' opera d' arte basculante e quel diritto di primogenitura (senza Azzurra non ci sarebbero state né Luna Rossa né le altre sfide italiane al trofeo sportivo più antico del mondo) andava onorato fino in fondo. «È ancora splendida» racconta Riccardo Bonadeo (foto nel colonnino), socio da 35 anni e ora Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda che nell' 83 lanciò la sfida agli americani, come se parlasse di una donna agée ma sempre affascinante, i 100 mila euro stanziati per riportare in vita Azzurra I, l' originale (esiste un' Azzurra II, che partecipò all' edizione ' 87 di Freemantle con scarso successo), la sola e unica, sono serviti per consegnarla al cantiere Moretti di Erbusco (Brescia), dove l' antica dama del mare è in fase inoltrata di ristrutturazione. Winch, maniglie, coperta ricostruita quasi al cento per cento, lo sforzo è recuperare tutte parti originali perché, al museo, circumnavigandola su un camminamento ad hoc, il pubblico possa ammirare l' Azzurra di Newport, proprio lei, senza equipaggio ma con molta storia sotto la chiglia. Lo Yacht Club Costa Smeralda e il Museo della Scienza e della Tecnologia ne parlano da un paio d' anni, il progetto ormai è in dirittura d' arrivo. «Azzurra è un simbolo storico, un' icona, non volevamo abbandonarla. I ragazzi di oggi hanno tifato Luna Rossa ma, grazie al museo, impareranno a conoscere anche la prima barca italiana di Coppa America» dice Bonadeo. «Da noi gli oggetti della tradizione tornano alla contemporaneità: Azzurra non verrà qui a prendere polvere ma a riprendere vita» conferma Fiorenzo Galli, direttore del museo, che intorno all' ultima arrivata organizzerà attività, visite delle scuole, filmati, incontri con i grandi protagonisti di quell' indimenticabile avventura e, addirittura, uno spettacolo teatrale. Azzurra, dopo il maquillage, è quasi pronta. Restano da definire tempi («Aprile-maggio sono mesi plausibili ma se Azzurra arrivasse dopo l' estate non ci sarebbe nulla di male, stiamo stringendo l' accordo con lo Yacht Club in questi giorni, vogliamo fare le cose per bene, nessuno ci corre dietro» dice Galli) e modi (Bonadeo e il museo si stanno già rimpallando i costi del trasporto della barca dal cantiere a Via San Vittore), ma chi ha spostato un sottomarino di 340 tonnellate nel cuore di Milano (ricordate i cavi del tram rialzati, le buche nelle strade riempite con la sabbia, i semafori divelti, la sfilata tra due ali di folla lungo la circonvallazione, scortato da 150 vigili?) non può essere preoccupato dall' arrivo di uno yacht di 12 metri, disalberato, bello ed essenziale, le linee pulite ed eleganti come ventisei anni fa. Questione di dettagli, insomma: se le stanze del museo avranno l' altezza per contenere l' albero, i supporti audio e video dell' allestimento, Cino Ricci o Pelaschier (o tutti e due insieme) ad accogliere gli studenti. Manca poco all' arrembaggio, ma Milano è già un po' più Azzurra. Gaia Piccardi RIPRODUZIONE RISERVATA Dalle onde al maquillage L' impresa La prima sfida È il 1983 l' anno in cui, per la prima volta nella storia, l' Italia decide di partecipare alla Coppa America di vela, il trofeo sportivo più prestigioso e antico. La sfida, voluta dall' Avvocato Gianni Agnelli, è lanciata dallo Yacht Club Costa Smeralda: armatore l' Aga Khan, skipper Cino Ricci, timoniere Mauro Pelaschier. La barca è un 12 metri classe Coppa America, progettato da Andrea Vallicelli. Si chiama Azzurra. Il boom Grazie ad Azzurra, impegnata nelle regate di Newport (Usa), l' Italia scopre la vela. Record di spettatori davanti alla tv: Azzurra arriva alle semifinali di Vuitton Cup, piazzandosi 3ª dietro Australia II e Victory ' 83. Il futuro La sfida di Azzurra ha aperto la strada, nel ' 99, all' avventura di Luna Rossa, che a Auckland (Nuova Zelanda) ha vinto la Vuitton Cup e si è arresa a Black Magic in Coppa America.
Piccardi Gaia
via Corriere.it
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