martedì 24 novembre 2009
"I computer parlano chiaro: non sarà un match ma almeno avremo una sfida sull'acqua". Con queste parole Bruce Farr, progettista della Big Boat (27.43 m. LWL), riassumeva la situazione alla vigilia della sfida più assurda nella storia dell'America's Cup.
Gli americani, dopo essersi ripresi la Coppa nel 1987, dovevano prepararsi alla sua difesa. Costretti dal tribunale, accettarono la "sfida trappola" dei neozelandesi. Non avendo più tempo per realizzare un monoscafo "simile o uguale" a quello degli sfidanti, Dennis Conner rispose in maniera aggressiva: con un catamarano di 18.28 m al galleggiamento, Stars and Stripes. Era chiaro che il match si sarebbe risolto in una farsa ma a nulla valsero le proteste degli sfidanti: "Avremmo preferito una regata tra due monoscafi dello stesso genere" lamentò Russell Bowler, socio di Farr, ma non fu ascoltato.
L'idea di questa sfida venne al banchiere neozelandese Michael Fay, che aveva trovato, in una lacuna del Deed of Gift, l'occasione per tessere una trappola agli americani: scontro diretto con il Defender escludendo la presenza di altri challenger e, di conseguenza, le regate di selezione. Ma Fay non poteva immaginare una simile reazione da parte del Defender, il San Diego Yacht Club e, da cacciatore, si tramutò in preda. La regata si svolse secondo le regole imposte dal Deed of Gift e, come da copione, Stars and Stripes stracciò New Zealand.
La 27ma sfida dell'America's Cup è ancora oggetto di discussione e critiche. Se la maggior parte degli osservatori contestò l'arroganza kiwi, è vero anche che, grazie alla Big Boat, l'America's Cup ritrovò la grandezza dell'epoca dei J-Class. Fay propose la sua idea a Bruce Farr, "guru" del dislocamento leggero. La barca sarebbe stata costruita ai limiti delle misure imposte dal Deed of Gift. Farr disegnò quindi un monoscafo di 90 piedi al galleggiamento (27.43 m), con scafo stretto e ridotta superficie bagnata. L'albero di 46,87 metri era necessario per sopportare la superficie velica di oltre 600 mq. Per contrastare lo sbandamento Farr progettò una chiglia molto profonda mentre un enorme pozzetto era in grado di ospitare da 30 a 40 persone di equipaggio, utilizzate, spesso, come zavorra mobile.
Fay e il suo team vennero a conoscenza del catamarano prima ancora di arrivare a San Diego e, nonostante le scarse probabilità di successo, si impegnarono molto per migliorare le prestazioni della loro barca, lavorando, principalmente sul peso e sugli attriti in acqua. Il bompresso fu allungato per aumentare la superficie velica nelle andature portanti e anche il boma fu esteso di 1,5 metri. Fu realizzato un secondo albero in nomex e fibra di carbonio più leggero (10%) del precedente. Al termine di una serie di modifiche, che comprendevano anche un timone più piccolo, la barca risultò, complessivamente, molto meno pesante.
L'equipaggio imparò a gestire quella "bestia", utilizzando anche videocamere per meglio osservare la forma delle vele e computer, per verificare gli sforzi dell'attrezzatura e del sartiame. Ma fu tutto fu vano e KZ-1 non poté che soccombere di fronte alla superiorità del catamarano.
Quando fu varata, il 27 marzo 1988, la barca di Michael Fay fu paragonata ai J-Class tipo Ranger (1936/7) o, addirittura, al gigantesco Reliance (1903). Questo paragone è valido se teniamo presente unicamente le dimensioni ma il discorso cambia molto se consideriamo i materiali e i metodi costruttivi. Quella di Fay, infatti, era una "bestia" ben diversa dalle precedenti. Peter Walker, del team progettuale di Farr conferma: "I J-Class erano animali molto pesanti, la nostra barca in confronto è una pantera!". Pantera o no, KZ-1 fu battuta da un "Cat".
La cerimonia per il varo di KZ-1 ebbe luogo ad Auckland, Nuova Zelanda, di fronte a 100mila spettatori. La banda suonò "Quando il gatto non c'è", canzone paurosamente premonitrice...
Nel 1990, quando la barca rientrò via nave in Nuova Zelanda, Fay la donò al New Zealand National Maritime Museum. KZ-1 fu collocata sulla banchina del porto, proprio all'ingresso del Viaduct Basin ed è ancora oggi molto ammirata dai turisti e dagli appassionati di yachting. KZ-1 rimane uno degli sloop più grandi mai realizzati per una sfida di America's Cup ed è testimonianza dell'ingegno e del coraggio dei progettisti e dei cantieri kiwi.
J.T./b.a.
KZ-1
Soprannome: Big Boat o Big Beauty di Sir Michael Fay
1988
Numero velico: KZ-1
New Zealand.
Yacht Club: Mercury Bay Boating Club, Whitianga, Nuova Zelanda.
Challenger per la 27ma America's Cup, 1988. Battuto dal Defender, il catamarano Stars & Stripes.
Proprietà: Sir Michael Fay.
90-piedi Sloop
Cantiere: Mt Wellington, Auckland, New Zealand, Nuova Zelanda, Steve Marten. High Modulus, esperto in costruzioni in composito.
Disegno vele: Tom Schnackenberg.
Team vele: Joy Allen, John Clinton, Martin Miller, Rubin Muir, Chris Salthouse, Steve Trevurza.
Progetto albero: Chris Mitchell Elettronica - computer team: Richard Morris, Sean Booth, Bill Handley, Phys Williams, Chris Wilkins.
New Zealand team progettuale
Capo: Bruce Farr & Associates: Bruce Farr & Russell Bowler (ingegnere).
Membri design team: Peter Walker, Richard Honey, Mike Drummond, John Clinton, Tom Schnackenberg, Chris Mitchell, Peter Jackson, Richard Karn.
Tempo percorso dalla presentazione del progetto sino alla fine della costruzione (incluso montaggio della chiglia, dell'elettronica e dell'albero): da luglio 1987 al 19 marzo 1988. Varo: 27 marzo 1988, Auckland.
New Zealand Management Team:
Michael Fay, Peter Debreceny, Tom Schanckenberg, Russell Bowler, Bruce Farr, Andrew Johns, Peter Walker, John Wade, Laurent Esquier, Sheryl Gibson, Rod Davis, Peter Wilson.
Skipper: David Barnes
Equipaggio: 40
Specifiche tecniche:
Materiale scafo: fibra di carbonio, sandwich in nomex
Colore scafo: bianco
LOA: 36.57 m
LWL: 27.43 m
Beam: 8.07 m
Draft: 6.40 m
Superficie velica (bolina): 627 m2
Altezza albero: 46.78 m
Dislocamento: 39 ton.
Rating: libero, 90-foot LOA.
Ha corso il 27mo Match di America's Cup nel 1988. Sconfitto dal catamarano Defender, Stars & Stripes.
Nel 1990 la barca è stata donata da Sir Michael Fay al New Zealand National Maritime Museum, Auckland, Nuova Zelanda.
Ancora oggi esposto al Viaduct Basin, Auckland (febbraio 2005).
Barche a confronto:
LWL SV Altezza albero Dislocamento
Ranger 26.51 m 701 m2 46.98 m 166 tons
KZ1 27.43 m 627 m2 46.78 m 39 tons
Reliance 27.43 m 1501 m2 45.76 m 175 tons
Via Americas Cup
Etichette: america's cup, AV History
0 commenti:
Posta un commento