venerdì 6 novembre 2009
Undici marzo 1990 - Venezia
Parte dal cuore della città lagunare la sfida messa in piedi dall'industriale Raul Gardini, con il supporto del suo Gruppo Montedison, si mise in moto una macchina organizzativa che non lasciò niente al caso. Vennero costruiti cinque yacht chiamati Il Moro di Venezia, una vera e propria armata che scese in campo con il solo obiettivo di portare la Coppa in Italia.
Paul Cayard venne nominato skipper, il progettista argentino German Frers, già firma di numerosi Maxi per Gardini, disegnò le barche, assistito dall'americano Robert Hopkins Jr (ex team Stars & Stripes durante la vittoriosa edizione di Freemantle del 1987). Il portoghese Fernando Sena divenne responsabile del nuovissimo cantiere Tencara, a Porto Marghera, mentre il francese Laurent Esquier, (già nel team del Barone Bich) fu nominato manager operativo.
La storia inizia nel 1990. L'undici marzo Il Moro di Venezia I è varato a Venezia. Il Moro II ITA-7, varato a Puerto Portals, Spagna, segue il 7 di agosto. Il 15 aprile 1991, Il Moro III ITA-15 è pronto per raggiungere la flotta a San Diego. Anche il Il Moro IV ITA-16 scende in acqua a San Diego il 15 giugno 1991. L'ultima barca della flotta si comincia a costruire nel luglio del 1991 e, una volta pronta, viene spedita via aereo a San Diego dove arriva il 16 dicembre 1991.
Il 24 gennaio 1992, Il Moro V viene ufficialmente selezionato per correre la Louis Vuitton Cup. Gli italiani finiscono terzi nel primo Round Robin, dietro New Zealand e i giapponesi. Il secondo Round Robin li vede secondi ma nel successivo, ritornano terzi. Ancora una volta sono i giapponesi di Nippon JPN-26 a vincere il primo posto, seguiti da New Zealand NZL-20. I francesi con Ville de Paris FRA-27, terminano quarti. Nelle semifinali NZL-20 and ITA-25 eliminano i giapponesi e i francesi.
Alla vigilia delle finali della Louis Vuitton Cup, Il Moro di Venezia, timonato da Paul Cayard, è secondo dietro New Zealand, con Rod Davis alla ruota. In trenta regate corse tra il 25 gennaio e il 9 aprile 1992, gli italiani vincono 21 volte. Le finali Louis Vuitton Cup 1992 furono spettacolari. New Zealand vinse la prima regata per 1 minuto e 32 secondi; gli italiani vinsero la seconda per un solo secondo!. Poi il team kiwi vinse tre gare di fila. Fu allora che Cayard, ad un solo punto dalla sconfitta, protestò l'equipaggio di NZL 20 per un uso scorretto del bompresso. Vinse la protesta e l'ultima vittoria kiwi fu annullata.
Il punteggio diventò quindi 3-1 a favore della Nuova Zelanda. Cayard protestò nuovamente l'uso improprio del bompresso a bordo della barca kiwi e questa volta la disputa vide il comitato Louis Vuitton Cup di opinione opposta a quello dell'America's Cup. Per chiudere la questione, i kiwi decisero di abbandonare le manovre ritenute scorrette. Inoltre sostituirono Rod Davis con Russell Coutts, il quale aveva timonato NZL-20 (con la chiglia tandem) soltanto tre volte. Sconcentrati, i kiwi persero contro Il Moro di Venezia V che si aggiudicò la Louis Vuitton Cup 1992. Il team italiano si preparò ad affrontare Bill Koch e la sua barca Defender America3, nel Match fissato tra il 9 e il 16 maggio.
Fino ad oggi Il Moro di Venezia V è stata l'unica barca italiana ad aver vinto una regata nel Match di America's Cup ed è una vittoria vale la pena di essere raccontata. Durante le seconda regata, le barche erano vicinissime e parallele a pochi metri dall'arrivo. Cayard ebbe allora un'idea geniale: allentò di colpo il tangone dello spinnaker in modo che la vela volasse oltre la prua, tagliando la linea di arrivo un soffio prima di America3. Ringalluzziti da quella vittoria, gli italiani sperarono di ribaltare ancora una volta il risultato a loro favore ma non ci riuscirono e America3 USA-23 difese l'America's Cup per 4-1. Anche se "in America's Cup non c'è secondo", tutti ricordano perfettamente "Il Moro", la barca rossa del 1992: che capolavoro!
J.T./ba
IL MORO DI VENEZIA V - ITA-25 -
1992
Numero velico: ITA-25
Italia.
Yacht club: Compagnia Della Vela Yacht Club, Venezia, Italia. Commodoro: Giulio Donatelli. Porto: Venezia, Italia.
Il Moro di Venezia V ITA-25 ha corso tutta la Louis Vuitton Cup 1992 (tre Round Robins, semi-finali e finali) ed ha partecipato al 28mo Match di America's Cup contro il Defender di Bill Koch, America3, che ha vinto per 4-1 a San Diego, California, USA nel 1992.
Proprietà originale: Sindacato Il Moro di Venezia, guidato da Raul Gardini.
Sindacato Il Moro di Venezia -
Vice presidente: Italo Trapasso, Vice presidente Montedison (e coordinatore per il supporto tecnico della Montedison). General manager: Paul Pierre Cayard. Direttore amministrativo: Gabriele Rafanelli. Manager Operativo: Laurent Esquier.
IACC Sloop
Cantiere: Tencara a Porto Marghera, Venezia, Italia. Di proprietà di Montedison. Direttore e coordinatore per le operazioni del team: Fernando Sena (Portogallo).
Sartiame e albero: ACX (Tencara) e Chris Mitchell (AES/ Applied Engineering Services Limited, New Zealand) coordinatore associato e disegnatore del rig di tutti gli yacht chiamati Il Moro. Mitchell era anche responsabile della manutenzione, dello sviluppo e delle modifiche.
Ricerca scientifica e capo progettuale: German Frers (Argentina). Team progettuale e disegno: Giovanni Belgrano, Micky Costa, Nestor Fourcade, Debora Gallazzi, Claudio Maletto, Raffaele Marrazzi, Leopoldo Murcho, Francesco Ricci, Oliver Yates.
Ricerca tecnologica e coordinazione: Robert Hopkins Jr. (USA), in carica in particolare del VPP (Velocity Prediction Program). Gruppo tecnica e ricerca: Roberto Biscontini, Roberto Vergara, Walter Michelini, Mario Caponetto, Mark Downey, Lars Larson.
Prove in vasca: INSEAN, Roma. 20 modelli testati
Analisi di performance elettronica: Roberto Albertani, manager.
Meteorologia: Roger Badham.
Team: Enrico Benco, John Craig, Roberto De Bacco, Ray Marchetta, Francesco Monti, Roberto Pigni, Dale Winlow.
Programma vele: David Innocenti e Guido Cavazalli, manager. Progetto vele: Michael Richelsen. Team: Dave Allen, Remi Aubrun, Paolo Badiali, Stefano Bertuccelli, Stefano Butelli, Philippe Echivard, Paolo Favaro, Marco Giannoni, Joan Paige Lahman, Andrea Marengo, Claudio Marullo, Michele Merani, Nick Moloney, Maria Pelliccia, Craig Phillips, Marcello Silva.
North Sails Italia.
Costruzione: iniziata a luglio - terminata dicembre 1991. Lo scafo è poi trasportato via aereo a San Diego.
Varo: 16 dicembre 1991 a San Diego.
Selezione sfidante per la Louis Vuitton Cup 1992: 24 gennaio 1992.
Skipper: Paul Pierre Cayard
Tattico: Tommaso Chieffi
Navigatore: Enrico Chieffi/Robert Hopkins
Equipaggio: 16
Timoniere di riserva: John Kolius, Steve Erikson
Specifiche tecniche -
Materiale scafo: sandwich (fibra di carbonio su un'anima in Nomex "a nido d'ape", laminazione sotto pressione e ad alta temperatura, fino a 95C°)
Colore scafo: rosso
Bulbo: piombo
Dimensioni -
L.O.A.: 22,90 m
L.W.L.: 18,10 m
Baglio: 5,50 m
Pescaggio: 4 m
Superficie velica: 326,6 m2
Spinnaker: 425 m2
Altezza albero: 32,50 m
Dislocamento: 24,500 tonnellate.
Rating: IACC rules.
Osservazioni -
1992
Ha partecipato ai primi Round Robin Louis Vuitton Cup dal 25 gennaio al 3 febbraio 1992 a Loma, San Diego. Ha regatato contro: Spirit of Australia AUS-21, New Zealand NZL-20, Nippon JPN 26, Espana ESP-22, Challenge Australia AUS-17, Tre Kronor SWE-19 e Ville de Paris FRA-27. Sette regate, 5 vittorie, finisce terza.
Secondo Round Robin, dal 15 al 23 febbraio 1992. Sette regate, 6 vittorie, finisce seconda.
Terzo Round Robin dall'8 al 19 marzo 1992. Sette regate, 5 vittorie, finisce terza. Selezionata per le semifinali Louis Vuitton Cup con Nippon, New Zealand e Ville de Paris.
Semifinali dal 29 marzo al 9 aprile 1992. Nove regate, 5 vittorie. Ville de Paris e Nippon sono eliminate.
Finali Louis Vuitton Cup 18-30 aprile, 1992. Nove regate, 5 vittorie (4 di fila). New Zealand eliminata.
America's Cup: Il Moro di Venezia V ITA-25 è battuto da America3, 4 -1.
1997
30 maggio 1997: Il Moro V viene acquistato dal sindacato di Paul Cayard AmericaOne (Saint Francis Yacht Club). Ha fatto da barca lepre per AmericaOne USA-61 (2000 America's Cup in Auckland). Utilizzata anche per sponsor e supporter.
2001
Il Moro di Venezia V viene venduto al team Seattle Challenge per l'edizione 2003 (ma il progetto avrà vita breve). Viene comprato da Bill Koch (già proprietario di America3) per tenere vicine le antiche rivali ma anche per mantenere un ricordo della sua amicizia con Raul Gardini.
Lo stesso anno Il Moro viene restaurato e trasportato a Cowes per partecipare, con America3, al Jubilee per il 150mo anniversario dell'America's Cup.
Al termine, ha fatto ritorno negli USA e più precisamente a Portsmouth (RI).
2005
Agosto - novembre 2005: in mostra al Museum of Fine Arts de Boston (RI, USA) insieme con altri 'tesori' d'arte di Bill Koch; stessa cosa per America3
Via Americascup.com
Etichette: AV History
1 commenti:
Non dimentichiamo tutto il lavoro pre-coppa di preparazione e selezione dell'equipaggio con il bellissimo Maxi "Moro III" e con "Abracadabra" chi c'era può testimoniarlo.
Senza nulla togliere a Landolfi e alla sua "Brava" direi inoltre che la campagna del "Moro di Venezia" ha portato in Italia la vela professionale, e primi soldi!
Posta un commento