mercoledì 14 ottobre 2009

AV Lifestyle: Jaguar E




Presentata il 16 marzo 1961 al Salone di Ginevra, e appena due settimane più tardi sbarcata a New York, la Jagua E-Type riscosse fin da subito un apprezzamento straordinario, rivolto tanto alle sue forme originali, eleganti e flessuose - scaturite dal talento del progettista Malcom Sayer - quanto alle modernissime soluzioni tecniche adottate:
quattro freni a disco, sospensioni posteriori indipendenti, telaio monoscocca.
Il motore era un potentissimo 6 cilindri, capace di spingere 265 cavalli di potenza e di far raggiungere all'aerodinamica vettura una velocità di 250 km orari.
Agli esordi la E-Type era offerta in due modelli, covertibile (molto amato in america) e coupè; poi si aggiunse anche la versione 2+2 ma nei sedili posteriori, come in ogni sportiva che si rispetti, si stava parecchio accartocciati.
La linea così in anticipo sui tempi consenti all'E-Type di rimanere in voga per quasi quindici anni e quando la produzione , dopo oltre 72 mila esemplari realizzati, si manifestò fin da subito il fenomeno di un appassionato e accanito collezionismo, con tanto di officine specializzate nel restauro o nella vera e propria costruzione di repliche fedelissime.

In virtù dell'eleganza e del fascino futuribile che emanava la Jaguar E-Type comparve in alcuni episodi di tutti i telefilm più importanti degli anni '60:
Agente Speciale, Simon Templar, Attenti a quei due, Man in a suitcase, Gideon's way e Il Prigioniero.
Fu scelta per ruoli non secondari in numerosi film, da Casino Royale (il primo James Bond) a Giulietta degli spiriti di Federico Fellini , per finire in tempi recenti, orribilmente dipinta con i colori della bandiera inglese, nelle mani della parodistica spia Austin Powers.




Ma per gli italiani la Jaguar E-Type coupè, prima serie, nera, senza eccezioni è sempre stata sopratutto la "macchina di Diabolik", equipaggiata con invisibili accessori, dispositivi e trucchi talmente sofisticati da far impallidire le diavolerie montate sulle vetture di 007, e allo stesso tempo perfetta per una gita romantica in compagnia di eva Kant.
magari con una deviazione finale nei pressi della banca centrale di Clerville

Articolo a firma Marco Pierini pubblicato su GQ - Ottobre 2009

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